Essenzialmente pallet
foto di Giovanni Scotti / testi di Danilo Re
— Ogni mese il fotografo Giovanni Scotti propone percorsi, di immagini e parole, che lo hanno portato a incontrare alcune professionalità uniche di Napoli. Persone che credono nel loro speciale mestiere e che a questo hanno consacrato una vita.










Ci sono poi delle idee semplici che cambiano la percezione della realtà, permettendo di reinventare degli spazi altrimenti sconosciuti. La sostenibilità nasce secondo precise angolazioni, attraverso specifici parametri, entro determinate misure. È necessario utilizzare degli strumenti adatti, altrimenti il risultato è abbozzato, è fermo ad uno stadio preparatorio purtroppo di ultima istanza. Chi è il moderno falegname del Duemila? Come si pone questi nei confronti di questo concetto ancora molto teorico che va sotto l’indicazione di “sostenibilità”? Abbiamo a disposizione risorse finite per idee e progetti che si estendono oltre i limiti. Non ci manca tuttavia l’intelligenza per comprendere quanto siamo circondati da risorse scarse che dovranno accontentare tutti. Questo falegname sa che “per fare un tavolo… ci vuole il legno”. Bene, sfruttiamo ciò di cui noi già disponiamo. Con C-cubo dal legno si raggiunge l’idea e l’usato diventa bellezza.
“C-cubo nasce per gioco. – Ci racconta Ciro, una delle anime del progetto – Servendomi di pallet – piattaforme di legno trasformabili con carrelli elevatori, sopra le quali vengono disposti a pila imballaggi, più comunemente noti come bancali –, costruii il mio divano. Misi questo in vendita sul web. Con mia grande meraviglia, fui contattato da una persona che ne richiese addirittura quattro. Allora, parlandone con mio fratello Christian, incominciai a pensare che sarebbe potuto nascere qualcosa di importante”. Oggi C-cubo è una realtà ben consolidata che coniuga i desideri e le volontà di tre giovanissimi: Christian, Ivan e Ciro.
I giovani trentenni si ingegnano sul riuso, si concentrano sulle nuove utilizzazioni delle pedane, reinventando e reinventandosi, tutto all’interno dei locali di Corso San Giovanni, nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. “Siamo vissuti qui, innanzitutto. E crediamo nella rinascita di questi luoghi”.
Tavoli, sedute, scrivanie, mobili, letti, complementi. Le creazioni sono allo stesso tempo semplici e dal design esclusivo, minimali. L’essenzialità, di ciò che resta invisibile agli occhi, è una caratteristica dei lavori della fucina C-cubo che ricrea ambientazioni moderne all’interno di atmosfere antiche. Qui i ragazzi intagliano sul legno emozioni, che i clienti colgono, come se colgono. “Ogni cosa è design”. Afferma Ciro.
C-cubo è un progetto nato per gioco sul quale dei giovani hanno scommesso, vincendo la sfida con la sorte. Non è fortuna: parliamo di quella sana voglia di osare tipica dei giovani che amano mettersi in gioco. Ci sono tutti gli elementi per un potente miscuglio. Le parole d’ordine richiamano alla sperimentazione, al risparmio, al riuso, a quella capacità di arrangiarsi e, in ultima istanza, al concetto di sostenibilità, di tutto ciò che opera per uno sviluppo possibile.